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Frame
Frame come frammenti di un discorso interrotto, forse nemmeno iniziato, sicuramente sospeso. Frame come immagini tra cornici che, permeabili al pensiero e impermeabili al racconto, sospendono il tempo dentro paesaggi interiori. Frame come tratteggi volati via dagli sfondi stagliati dietro i ritratti del Cinquecento e ora balzati alla necessità di uno sguardo che ne ricucia l’unità perduta. Frame come possibilità di sperimentare la meraviglia di un vedere che rinuncia all’insieme per ridare paternità a figure orfane di narrazione che vagano tra focalizzazioni, punti di vista e traiettorie che ora avvicinano il particolare ora lo disperdono. Frame come dittici, trittici che non dipanano il tempo ma lo raggrumano nella scoperta dell’istante.
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